Il lendinarese Alberto Mario e il suo infinito amore per la patria – itLendinara

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PERSONAGGI STORIA

Il lendinarese Alberto Mario e il suo infinito amore per la patria

Alberto Mario ph Facebook Simonetta Franchi

La lapide di Alberto Mario, sepolto al cimitero di Lendinara, riporta le seguenti parole dell’amico Giosuè Carducci. Fu la moglie a volerle rendere eterne.

«Da Giuseppe Mazzini
la tenace unità dei propositi
Da Carlo Cattaneo
la feconda varietà degli svolgimenti
Da Giuseppe Garibaldi
l’ardenza pratica dell’azione
Dalla storia d’Italia
la tradizione del governo a popolo
Da se stesso ebbe
la serena intelligenza della vita
dedicata a un ideale superiore
nella dignità del dovere e del sacrificio
Da quando la rivoluzione italiana abbracciatolo
giovinetto oppugnatore di tirannia
lo gittò per diversi esigli
a oggi che la morte lo congeda
dal combattimento di tutti i giorni sulla terra
propugnatore di libertà
non mai sostò né esitò
non mai si volse indietro o inchinò
egli guardava in alto al passato e all’avvenire
Atene senza servi
Venezia senza dieci
Firenze senza frati
erano per Alberto Mario
la patria ideale
Tutta la libertà con tutta la civiltà
la sua repubblica
Egli passa all’avvenire
come il più naturalmente repubblicano degli italiani
come il più artisticamente italiano dei repubblicani»

Una vita dedicata

Alberto Mario ph Facebook Nadia Cario
Tomba di Alberto Mario e moglie ph Facebook Nadia Cario

Da un’antica famiglia nobiliare nasce a Lendinara Alberto Mario. Era il 1825. Il tipo di educazione impartitogli è decisamente autoritaria e ferrea. Studiò all’istituto Cavenis di Venezia. In seguito frequentò l’Università di Padova, iniziando con corsi matematici per proseguire verso quelli di legge. Era un giornalista, politico e patriota italiano. Aderì così ad una società patriottica. Partecipò all’insurrezione padovana dell’8 Febbraio 1848 e questo lo costrinse a scappare dal Veneto trovando rifugio a Bologna. Tornò solo dopo il 1866. Prese parte sia alla prima che alla terza guerra d’indipendenza, un vero e proprio protagonista del Risorgimento italiano. Fu tra i 1000 e partecipò alla conquista di Roma partendo dalla Toscana. Non rinunciò mai alle sue idee nemmeno con il carcere e l’esilio.

Sposò Jessie White di Portsmouth, giornalista del London Daily News venuta in Italia affascinata da Garibaldi per dare il suo aiuto alla causa e lottare per la liberazione austriaca. Galeotti furono i preparati per la spedizione di Sapri e il 19 Dicembre del 1957 si unirono in matrimonio in Inghilterra, dopo essere entrambi tornati in libertà dalle carceri di Genova. Rito civile ovviamente. Ma non solo. In comune avevano l’obbiettivo della lotta. Girarono Inghilterra e Stati Uniti in cerca di fondi, attivisti nelle campagne militari ma anche in quelle pubblicitarie dove traspariva la loro passione sociale e politica.

La malattia

Inizialmente Alberto Mario era Mazziniano, poi diventò affine ai pensieri dei Cattaneo, fino ad assumere una posizione decisamente più estremista. Sostenitore sfegatato della repubblica federale, non certo a favore della Chiesa, pur di non prestare giuramento al re rifiutò incarichi e onorificenze. Diventò consigliere comunale e provinciale di Lendinara. Nel 1883, dopo lunga ed estenuate malattia che per anni l’aveva consumato e svariati interventi chirurgici , morì. Un terribile cancro alla mascella  lo spense. Era la notte tra l’1 e il 2 Giugno. Poche ore prima di morire aveva chiesto alla moglie di ricordarsi di far sventolare la bandiera velata a mezz’asta come sempre per Mazzini e ora per Garibaldi.

«Lo abbiamo sepolto, al raggio velato del sole di giugno, lo abbiamo sepolto tra i fiori e il verde e i profumi della superba vegetazione del suo Polesine, presso la casa degli avi suoi, nel suo giardino. Ora non ho più ritrovi da dargli; ora non mi resta che raggiungerlo nel riposo senza fine.»
Così scrisse ancora nel suo epitaffio Giosuè Carducci.

 

In copertina Alberto Mario ph Facebook Simonetta Franchi.

Il lendinarese Alberto Mario e il suo infinito amore per la patria ultima modifica: 2018-12-13T09:42:49+01:00 da Sibilla Zambon

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