Gli Ebrei a Lendinara: la storia dei loro affari - itLendinara

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Gli Ebrei a Lendinara: la storia dei loro affari

Lendinara, ph Silvia Lucchiari Borin scatto da argine Adige dopo Saguedo.jpg

L’archivio notarile conservato a Rovigo è ricco di sorprese, e in gran parte ancora poco esplorato. Una vera e propria miniera di informazioni attraverso la quale si è cercato di specificare la presenza degli Ebrei in Polesine, nel capoluogo e a Lendinara. Il periodo di riferimento è quello che va dalla fine del Trecento alla fine del Quattrocento. E’ venuta fuori una realtà di una cerca consistenza che permette di articolare valutazioni circa gli stanziamenti in questa zona. Sono state, ad esempio, individuate le direttrici di massima circa gli spostamenti. Ciò ha permesso di stabilire che il primo flusso di Ebrei del XIII secolo era di provenienza romana e si mosse verso l’Italia Centrale e da qui nella pianura padana.

Gli Ebrei a Lendinara

La prima attestazione notarile di ebrei a Rovigo è del 1388. Tramite un breve appunto del notaio si ha prova documentata di Gaio e Salomone di Musettino Finzi da Padova nell’atto di concedere un prestito. Anche dai documenti successivi appare chiaro che i di Musettino Finzi avevano esteso l’attività familiare da Padova e dalle zone contigue anche al Polesine, in modo organizzato e stabile. Le prime condotte ebraiche di cui sia nota la stipula risalgono al 1386 per Lendinara, al 1391 per Rovigo, al 1401 per Badia Polesine.

Lendinara Ph Silvia Lucchiari Borin

La gestione era quella di banchi dei pegni. Nel caso di Rovigo, la titolarità del banco fu detenuta per tutto il secolo dai discendenti di Gaio di Musettino Finzi. A Lendinara invece, nel primo trentennio del Quattrocento il banco fu gestito dai loro stretti soci, gli di Musetto di Aleuccio da Bologna. Nel periodo centrale del secolo passò direttamente ad un Finzi, per finire poi nelle mani di un’altra famiglia, non così ben nota, che comunque con i Finzi manteneva rapporti d’affari. Attraverso gli atti polesani si può osservare come questa famiglia si articolasse in modo abbastanza complesso. Si possono comprovare legami economici ed anche parentali con alcuni banchieri toscani.

Differenziazione negli affari

Mentre le attività e le relazioni degli ebrei presenti a Rovigo e Lendinara si orientavano dunque verso Padova e Bologna (e la Toscana), Badia sembra orientata dapprima direttamente verso Ferrara, poi all’area askenazita (seguendo la direttrice di Padova e Treviso). Nel caso delle prime due è molto ben documentato anche un coinvolgimento nel commercio tessile (addirittura, molto probabilmente, a livello produttivo). In connessione con i Finzi che tenevano il banco in modo autonomo, si conoscono ebrei che esercitano la professione mercantile senza essere legati contemporaneamente al banco.

Lendinara, la Torrre ph Silvia Lucchiari Borin.jpg

In questo senso, la parte legata al commercio, non aveva limiti definiti. Si conoscono infatti diversi affari conclusi tra ebrei e cristiani. Vi era però un punto molto controverso e che era legato alla “cittadinanza”. In tutte le condotte ebraiche polesane è presente la dichiarazione che, per l’arco della loro durata, i titolari dei banchi, le loro famiglie ed i loro servitori dovessero essere considerati cittadini. Il fatto però è molto dibattuto fra parecchi studiosi che attribuiscono un “valore” a questo essere cittadini. Alcuni sostengono che essa fosse appannaggio esclusivamente dell’aristocrazia ebraica (e quindi non estesa ai servitori). Altri che essa era da intendersi come esclusiva prerogativa delle prime fasi di insediamento. Il tutto va trasposto nel contesto di piccoli centri, che resero senza dubbio più semplice ed efficace un ottima e reciproca comunanza di vivere civile.

 

Fonti: Elisabetta Traniello Tra appartenenza ed estraneità: gli ebrei e le città del Polesine di Rovigo nel Quattrocento. Foto tutte di Silvia Lucchiari Borin. In copertina Lendinara, scatto dall’argine dell’Adige dopo Saguedo.

Gli Ebrei a Lendinara: la storia dei loro affari ultima modifica: 2019-04-15T10:51:20+02:00 da Sibilla Zambon

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