Domenica 25 aprile abbiamo assistito all’inaugurazione dei lavori di restauro dei soffitti dipinti del Duomo di S. Sofia; un’opera davvero straordinaria; ha comportato per un lungo periodo anche la chiusura al pubblico dell’edificio ecclesiale. Musicisti d’eccezione hanno allietato con maestria la cerimonia; Emanuele Marchi e Luca Tavian; rispettivamente il direttore e l’organista della corale don P. Socal di Santa Sofia; hanno intervallato gli interventi con l’esecuzione di soavi melodie; e incantato così, il pubblico presente; donando in questo modo all’evento, una sacrale atmosfera.
L’opera di restauro del Duomo di Santa Sofia
Ha aperto l’evento con i saluti e una breve introduzione, don Alberto Rimbano; insieme a don Michele Samiolo si occupa della parrocchia di S. Sofia; subito dopo, abbiamo assistito all’intervento dell’architetto Sergio Martinelli; che ha colto così l’occasione per introdurre i presenti ai lavori già annunciati di sistemazione del tetto della chiesa; e di altre parti del complesso edilizio.
L’intervento conservativo dei soffitti dipinti del duomo
Il restauratore Massimo Tisato ha poi preso la parola; e spiegato come si è svolto l’intervento nel suo complesso; scendendo il più possibile nel dettaglio del lavoro svolto.
M. Tisato ha evidenziato le differenze nelle tecniche di pittura delle diverse parti del soffitto; in particolare, la navata centrale è caratterizzata da pitture a mezzo fresco e a secco; si tratta di esecuzioni estremamente delicate dal punto di vista conservativo; presentano infatti la tendenza ad assumere col tempo, una consistenza polverulenta; e tendono anche a staccarsi dall’intonaco.
Il Duomo e la situazione originaria dei dipinti e dell’intonaco
La situazione riscontrata in origine infatti, ha evidenziato la presenza diffusa di distacchi tra gli strati di pittura; questa particolarità, unita alla necessità di ri-ancorare in più punti l’intonaco alla struttura lignea di supporto, ha determinato l’esecuzione di una vasta opera di consolidamento; la stessa si è sviluppata in due diversi momenti; e in due diverse modalità. Dall’interno del soffitto vi è stata un’importante fase di ri-adesione degli strati pittorici; risolta attraverso un capillare sistema di iniezioni di maltine; la fase successiva è stata caratterizzata dalla realizzazione di puntuali e diffuse stuccature; la fase finale poi, ha visto la realizzazione di una delicata operazione di reintegrazione pittorica; il ritocco è stato eseguito a mimetico; è così riconoscibile soltanto da vicino. Dall’altra parte del soffitto, è stata effettuata l’opera di ri-ancoraggio dell’intonaco; realizzata attraverso l’utilizzo di perni passanti; e con l’ausilio di dischetti in plexiglass.
Le operazioni in estradosso hanno visto la necessità per gli operatori, di eseguire l’intervento avvalendosi di imbragatura di sicurezza; l’assenza di appoggi oltre il soffitto infatti, era tale, da non garantire una situazione di lavoro in tranquillità.
Il ruolo della Soprintendenza
Ogni fase dell’intervento è stata seguita dai funzionari della Soprintendenza ai beni culturali; l’ente preposto territorialmente in questo caso, è la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio; per le province di Verona; Rovigo; e Vicenza; ha sede a Verona. La Soprintendenza rappresenta l’organo periferico del Ministero per i beni e le attività culturali; tutela i beni culturali e paesaggistici; dei territori di competenza.
I saluti finali e le note conclusive
L’evento si è concluso con i saluti del parroco, don Alberto Ramboni; è intervenuto con i saluti e i ringraziamenti anche il sindaco della città, Luigi Viaro; egli si è anche pronunciato rispetto alla necessità di eseguire i lavori per la messa in sicurezza del campanile del duomo. Presente alla cerimonia anche l’Assessore alla Cultura e Turismo della città, Francesca Zeggio.