L'arte della cucina povera: la panà veneta di nonno Bruno!

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L’arte della cucina povera veneta: la panà di nonno Bruno!

Panà Foto da www.dissapore.com

La ricchezza della cucina veneta è il sapere creare un piatto da leccarsi i baffi con pochissimi ingredienti.
Un piatto che lo conferma è la panà o panada (nel veneziano e nel padovano). La sua origine risale al Medioevo.
Il piatto vuole ricordare la povertà e le difficoltà economiche della gente nei periodi passati. Durante i periodi di guerra, nulla veniva gettato nemmeno i tozzi di pane vecchio. Ingrediente base di questo piatto. Tuttavia, con la panà sono stati svezzati milioni di bambini, in epoche in cui omogeneizzati e liofilizzati non esistevano ancora.
La prelibatezza si contraddistingue da un gusto molto saporito. Solitamente veniva mangiato durante le fredde serate invernali. Oltre al pane, all’acqua e sale, ingredienti fondamentali, ci si metteva quel che si riusciva ad avere in casa: un po’ di burro, olio, pepe, formaggio.

Ricetta di un tempo

Panà veneta - Foto da https://www.lemiericetteconesenza.it/
Panà veneta – Foto da https://www.lemiericetteconesenza.it/

Talvolta del formaggio si metteva persino la crosta. Quando si riusciva ad avere una gallina, si poteva usare il brodo al posto dell’acqua. Si poneva il pentolino di coccio sull’angolo della stufa o vicino al fuoco del camino e si lasciava andare per ore. Il profumo del pane fatto in casa si spandeva per tutta la cucina.
Inutile dire che la capacità creativa di vedere oltre anche ad un “povero” pezzo di pane era immensa. L’arte del riciclo dei nostri nonni polesani è una dote incommensurabile. Come mi racconta Nonno Bruno e la sua ricetta dell’amatissima panà. Andiamo a leggere gli ingredienti ed procedimento!

Ingredienti:
250 g pane raffermo;
acqua q.b.;
1 filo olio extravergine d’oliva;
1 pizzico sale.

Procedimento:
E’ un piatto molto facile e veloce. Il primo passaggio è quello di tagliare il pane a fette e porlo in una pentola qualsiasi (certi consigliano o di terracotta o di rame). Successivamente, bisogna coprire il pane un po’ alla volta con l’acqua, in modo tale che piano piano il pane la assorba tutta.
Poi, aggiungete un pizzico di sale ed un filo d’olio. Mettete il tutto sul fuoco e fatelo cuocere al minimo fino a quando il pane si sarà disfatto e la “panà” sarà diventata una zuppa.
Nonno Bruno consiglia di cucinare tanto la “panà”, “parchè più te la cusini, più la diventa bona.
Quindi lasciatela andare per almeno un’ora e mezza o due ore.
A fine cottura, condite con un filo d’olio e aggiungete a piacere del formaggio grattugiato e del pepe nero.
Nonno Bruno mi  ha fatto già venire l’acquolina in bocca….
Buon appetito!

 

Foto copertina da www.dissapore.com

L’arte della cucina povera veneta: la panà di nonno Bruno! ultima modifica: 2018-12-10T08:13:01+01:00 da Anna Bellini

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