Sigismondo Cattaneo e la sua banda: storie di una Lendinara d'altri tempi!

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CULTURA LO SAPEVI CHE STORIA

Sigismondo Cattaneo e la sua banda: storie di una Lendinara d’altri tempi!

Sigismondo Cattaneo, Lendinara ph Facebook Erio Magon

Sigismondo Cattaneo è noto alle cronache lendinaresi e oggi racconteremo questa storia per quei pochi che ancora non la conoscono. Innamorato di Apollonia, sorella di Petrobello Petrobelli sposato con una delle, facoltose a dir poco, tre figlie di Vincenzo Malmignati. Ma (quando si tratta d’amore c’è sempre un ma) anche il conte Silvio Conti aveva preso a farle il filo e il cav. Petrobelli decise di concedere a lui la sua mano. Momenti terribili di ira e invidia si fecero sicuramente sentire in quel di Lendinara. Si tratta di famiglie irascibili e così, quando i due pretendenti si incontrarono vis-à-vis, subito si arrivò alle spade e solo l’intervento di altre persone evitò la tragedia. Ma Sigismondo non schivò la giustizia  e per vendicare anche questo incredibile affronto cominciò a prendersela con i parenti e pure gli amici dei Conti e dei Petrobelli. Non poteva perseguitarli direttamente infatti, in quanto erano decisamente entrambi più potenti anche economicamente.

La banda del Cattaneo

Sigismondo Cattaneo, Piazza Risorgimento ph Facebook Lendinara
Piazza Risorgimento ph Facebook Lendinara

Si creò una sorta di banda di cui faceva parte anche Lodovico Relagio. Questi perse la testa per Giulia Roccato e dopo averla rapita, ne abusò tranquillamente. Ortensio, uno dei due fratelli di Giulia, convinto da Petrobelli, denunciò il Relagio e così venne ammazzato. Carlo, l’altro fratello, dichiarò guerra e Sigismondo decise che la morte era l’unica soluzione pure per lui. Assoldò Pietro e Cesare Migliaro che gli tesero una imboscata e lo fecero passare a miglior vita davanti alla porta di casa sua.

Vincenzo de’ Lorenzi era un altro amico del Petrobelli. Notaio contro il crimine.  Risiedeva in una casa dei Dolfin, dopo S. Rocco. Fu fatto fuori nel suo letto. Motivo? Stava istruendo un processo per furto ai danni di un tale Moschin. Si vociferava che sempre i Petrobelli avessero architettato questa nuova denuncia. Molti altri persero la vita in questo modo. Alcuni anche da parte dei Petrobelli per andare a pari dei colpi inferti, come Gio Angelo e Lodovico Cattaneo. Il fratello di Sigismondo, Alessandro, invece fu ucciso per errore da “una schioppettata” d’archibugio sparata da uno della banda in una notte in cui camminava con tutta la gang. Sigismondo, ormai prossimo ad essere arrestato, scappò nel ferrarese dove formò un’altra organizzazione criminale con il Relagio.

Scampata bella!

Lendinara Ph Fb Erio Magon
Lendinara ph Fb Erio Magon

Con 40 uomini tornò a Lendinara e andò dove c’era casa di Petrobelli. Dal negozio di tale Jseppo lì accanto rubarono dell’olio. Buttarono delle fascine davanti all’uscio di Petrobelli e gli dettero fuoco. La moglie Lucrezia e tutti quelli che erano in casa, riuscirono a salvarsi passando da un buco ad una casa vicina. Quando la donna si ricordò di aver dimenticato i suoi gioielli, tornò a prenderli ma sbagliò scatola. Così i suoi preziosi averi andarono distrutti. Dopo lo spavento iniziale, gli uomini del Petrobelli reagirono e fecero scappare la banda. Petrobello lo si dava già per morto bruciato ma l’uomo aveva la scorza dura. Si era rifugiato dentro il buco di un camino e da lì sventolava un fazzoletto bianco.

Sigismondo scappò un po’ di qua e di là, ma alla fine abbracciò le carceri di Ferrara, dove morì probabilmente avvelenato. Voci di corridoio mormorano che sia stata la sua stessa famiglia, per liberarsi da quest’onta. Il Relagio, invece, venne decapitato a Venezia.

 

Fonte Lendinara Veneta di B. Rigobello. In copertina foto Lendinara ph Facebook Erio Magon.

Sigismondo Cattaneo e la sua banda: storie di una Lendinara d’altri tempi! ultima modifica: 2019-01-07T08:58:55+01:00 da Sibilla Zambon

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