Dal Granarazzo all’elegante Teatro Ballarin, sede di spettacolo e cultura – itLendinara

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CULTURA EDIFICI STORICI LUOGHI DI RITROVO STORIA

Dal Granarazzo all’elegante Teatro Ballarin, sede di spettacolo e cultura

Teatro Ballarin, Lendinara

Sono passati ben 204 anni dalla pubblicazione de la Descrizione del nuovo teatro di Lendinara scritto e pubblicato dall’avvocato Francesco Nobili. Due anni prima, infatti, nel 1812, il Comune acquista l’intero edificio conosciuto con il nome di “il Granarazzo”. Per la realizzazione del teatro si aspetta la disponibilità di Giovanni Bertazzi e Girolamo Ballarini. Entrambi accomunati dal desiderio di donare ai lendinaresi, uno spazio stabile dove poter mettere in scena delle rappresentazioni. Tuttavia, ciò che ha permesso la realizzazione dell’edificio è stata in primis la passione che i cittadini di Lendinara dimostrarono nei confronti di questa scelta.

Quindi, l’idea di far nascere un teatro a Lendinara, è fortemente supportata anche dal poeta Giambattista Conti, l’erudito Pietro Perolari Malmignati, la signora Elisabetta Mario e la cantante Marianna Leopardi.
Quest’ultimi, formano una società e decidono di ristrutturare l’antico edificio donandolo alla nobile famiglia Mario con investitura nel 1466. In seguito passò ai Dolfin e poi alla nobile famiglia veneziana dei Soranzo.

L’evoluzione nell’800

Teatro Ballarin, Lendinara

È così che, nei primi dell’Ottocento, giunge alla proprietà di Giovanni Bertazzi e di Girolamo Ballarini, i quali mettono a disposizione il capiente stabile e si affidano al prestigioso architetto, autore del teatro Comunale di Ferrara, Antonio Foschini di Corfù, per la ristrutturazione.
Proprio, il Ballarin, è una delle sue ultime opere. Il teatro progettato dal Foschini è a pianta di ferro di cavallo, la pavimentazione è realizzata in terrazzo alla veneziana. I palchi sono tappezzati di composizioni a forma di festini in seta. Inoltre, vengono installati: dodici camerini per gli attori, una camera per il direttore e una per le comparse, una sartoria, un magazzino, un guardaroba ed una sala per i macchinisti.

Le sue intenzioni del progettatore sono puntualizzate in particolar modo per l’ingresso, il vestibolo, l’uditorio e la scena. Affinché l’esecuzione del progetto risulti impeccabile, il Foschini lo affida al genero Giovanni Tosi, aiutato da Paolo Fava e Giuseppe Tadolini. Nel 1813, si avviano i lavoro dopo qualche mese di sospensione a causa della guerra. Sono ufficialmente completati nell’agosto del 1814 ed il teatro viene inaugurato il 3 settembre dello stesso anno con la rappresentazione de “L’amor marinaro” di G. Weigl, diretta da Giuseppe Cappellini, e del ballo “Il bosco magnifico”. Nel 1863, Giorgio Voltolini acquista il teatro ed attua un ampliamento del palcoscenico, dotandolo di nuove attrezzature.

Dal rischio di essere abbattuto alla consacrazione

Teatro Ballarin, Lendinara

Nel 1915, passa in mano ai palchettisti ed è nuovamente ampliato su disegno dell’architetto Lorenzo Colliva di Bologna. Elimina i palchetti di peppiano. Inserisce colonnine in ghisa per sostenere gli ordini superiori. Costruisce, sopra il terzo ordine di palchi, una galleria protetta da una ringhiera, ricavando una disponibilità di 600 posti.
Un ulteriore e drastico intervento di ristrutturazione è attuato nel 1948, quando decide  di demolire gli ordini dei palchi per ricavare un maggiore numeri di posti ad uso cinematografico.
Del progetto iniziale del Foschini, non rimane nulla. Quando chiude i battenti come cinema, il Ballarin rimane chiuso ed inutilizzato per anni. Rischia di essere abbattuto, ma negli ultimi anni viene ristrutturato completamente ed oggi si presenta con tutta la sua eleganza nella suggestiva piazzetta in riva al fiume.

 

Foto Facebook Teatro Ballarin Lendinara.

Dal Granarazzo all’elegante Teatro Ballarin, sede di spettacolo e cultura ultima modifica: 2018-11-23T08:17:27+01:00 da Anna Bellini

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