I beni librari ed archivistici portati in salvo a Lendinara

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CULTURA STORIA

I beni archivistici portati in salvo a Lendinara

Beni, Archivio Storico

La città di Lendinara è culla di bene storici, archivistici e librari. In qualsiasi punto di Lendinara nel quale decidiamo di soffermarci, siamo attorniati da storia ed arte. Durante i secoli, molti documenti storici sono persi o di proposito sono eliminati. Come ad esempio, i documenti ed i mobili della Municipalità, “della Giudicatura di pace, della gendarmeria, della ricevitoria, della congregazione di carità” sono bruciati in Piazza Risorgimento ed in sobborghi lendinaresi. Se da una parte innumerevoli prove cartacee sono ferocemente strappate dalla faccia della terra, fortunatamente alcuni documenti sono salvati. “Relitti, piccolissime porzioni di un archivio ben dotato, come ci suggeriscono i vari quaderni d’amministrazione dei canipari estensi all’Archivio di Stato di Modena […]” è sorvegliato un manoscritto pergamenaceo con la normativa sancita da Rinaldo II d’Este nel 1321. Quest’ultimo figlio del duca Alfonso III d’Este ed Isabella di Savoia, diventato poi cardinale e vescovo cattolico italiano.

lettera

Beni arhivistici – Lettera di Alberto Mario ad Adolfo Rossi (26 ottobre 1877). (Archivio antico del Comune) – Foto da Lendinara (Notizie e immagini per una storia dei beni artistici e librari), a cura di P.L. Bagatin – P. Pizzamano – B. Rigobello

Altre lettere…

Tuttavia, nell’archivio del comune di Lendinara si contano circa 800 cartelle, in gran parte sono del 1800 e 1900.
Vi sono due documenti interessantissimi: la lettera che Alberto Mario scrive ad Adolfo Rossi il 26 ottobre 1877 e la lettera di Giuseppe Garibaldi al Circolo popolare di Lendinara inviata da Caprera il 18 dicembre 1866.
“Di particolare interesse storico sono alcuni voluminosi catastici e censuari con fogli mappali, e un copialettere, che contiene il testo di 400 missive ufficiali delle autorità lendinaresi durante l’occupazione francese.”
Inoltre, le lettere delle quali stiamo parlando partono dal 14 maggio 1797 al 22 gennaio 1798. Quest’ultime sono di fondamentale importanze perché hanno permesso agli studiosi storici di capire la situazione complicata che la popolazione lendinarese vive durante quel preciso periodo. D’altro canto, purtroppo è “disperso sfortunatamente” anche, “l’archivio dei capitanei o Cattanei da Verona, presenti in posizione eminente a Lendinara”.

lettera 2

Beni archivistici – Lettera di Giuseppe Garibaldi al Circolo popolare di Lendinara. (Caprera, 18 dicembre 1866). (Archivio antico del Comune) – Foto da Lendinara (Notizie e immagini per una storia dei beni artistici e librari), a cura di P.L. Bagatin – P. Pizzamano – B. Rigobello

Caro amico, ti scrivo…

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Fuga di Ludovico da San Bonifacio dopo la distruzione del castello della Motta a opera di Ezzelino da Romano), by Rocco Pittaco, 1872 – Foto da https://www.agefotostock.com

Altre testimonianze, sono di documenti scritti da Lodovico da Sambonifacio, valoroso condottiero militare durante il Siglo de Oro lendinarese. Al servizio di signori e di re, “nel 1415 si ritirò a Lendinara, dove rimase fino alla morte” nel 1463. Rimane sempre grande amico della famiglia nobile degli estensi e con tantissimi altri signori padovani. Durante gli anni, “teneva corrispondenza con i più segnalati umanisti delle città limitrofe, i quali vennero spesso ospiti nel suo palazzo a Lendinara”. Nomi che spiccano, come : Guarino Veronese, Giovanni Francesco Capodilista, Antonio Roselli, Francesco Barbaro, Fantino Dandolo, Antonio Baratella e Lodovico Carbone. Felicemente, uno dei tanti manoscritti del Sambonifacio è portato in salvo. La conferma è arrivata esclusivamente da Giuseppe Billanovich nel codice Burney 119 della British Library. “Il manoscritto presenta una ricca e pregevole ornamentazione, specialmente nelle iniziali di ciascun libro. Un’annotazione autografa lo riporta indiscutibilmente al colto conte lendinarese”. Ancora una volta Lendinara si riconferma ricca di preziosi tasselli storici ed artistici, una città che nasconde poesia e si svela solo a chi vuole essere affascinato da cotanta bellezza.

 

Foto copertina da https://casertaweb.com

I beni archivistici portati in salvo a Lendinara ultima modifica: 2019-01-16T11:13:12+01:00 da Anna Bellini

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