Il Ceresolo e la manutenzione degli argini nel Quattrocento

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Il Ceresolo e la manutenzione degli argini nel Quattrocento

Immagine Ceresolo, ph Facebook Ilaria Trambaiolo.jpg

Il Ceresolo è un canale che bagna la zona compresa tra l’Adige e l’Adigetto. Prende vita alla volta di Badia e prosegue oltre Rovigo. Lungo i suoi argini era facile incontrare mulini, che sfruttavano i salti d’acqua, o luoghi dove si lavorava le pelli. E infatti il suo livello si alzava e la sua corsa rallentava a causa proprio dei primi. Famosa la figura addetta al Ceresolo, un vero e proprio sorvegliante, nominato annualmente da Rovigo e che guadagnava 16 lire anche da Lendinara e Badia.

Manutenzione

Tale persona si occupava di gestire una paratoia proprio per controllare l’afflusso dell’acqua, aprendola o chiudendola in virtù dell’altezza del livello di quest’ultima. Non solo. Aveva molti altri compiti come: tagliare l’erba e fare gli opportuni scavi, controllare che non ci fossero degli abusi o dei danni e in caso applicare multe o farli riparare, sostituire ogni anno un ponte di legno con uno di pietra. Tenete presente che nessuno poteva prelevare terreno dalle sponde dei fiumi.
Vi erano pene davvero severissime in merito. Men che meno si poteva portare a pascolare da quelle parti quando erano di piena e i mulini non dovevano operare nelle rotte. Figurarsi poi tentare di spianare le rive.In generale, il taglio degli argini dei fiumi era punito con la morte e la confisca dei beni. I proprietari di terreni dovevano fare fossi per far scorrere l’acqua e l’erba doveva essere tagliata almeno tre volte l’anno.

Arcobaleno Sopra Il Ceresolo Ph Giovanni FerracinArcobaleno sopra il Ceresolo ph da Facebook di Giovanni Ferracin

Nel 1438 il Polesine fu devastato dalle rotte di Malopera e Castagnaro. Restò ben poco delle terre fertili, l’acqua aveva ricoperto soprattutto Castagnaro e chi le possedeva come feudo, non volle continuare a prendersene cura. Così il Demanio prese in mano la situazione e grazie alla collaborazioni di privati la situazione migliorò. E fu a loro, infatti, che venne concesso il possesso poi. Comunque questo il motivo di tanto controllo sulla manutenzione. Onde evitarne di ulteriori.
Ma nonostante tutte queste norme scritte all’interno di uno statuto, nel 1440 nacque una diatriba tra Rovigo, da una parte, e Lendinara unita a Badia, dall’altra. Motivo: chi avrebbe dovuto prendersi realmente cura della pulizia e delle relative riparazioni del Ceresolo nel tratto fra Dozza della Spianata e il ponte delle Fornaci.

Soluzione al problema

Il principe Leonello chiamò a rapporto i vari sindaci delle città, ossia Giovanni Roverella per Rovigo, Baldo Michiel, che era il podestà di Badia, e Antonio de Catti, sindaco del consiglio, con il notaio Giovanni Brillo per Lendinara. Quindi comunicò alle città in questione che avrebbero dovuto pagare tasse Badia, Lendinara, Grompo e Concadirame per supportare la gestione del canale nei mesi da maggio e agosto. Vennero stabilite altre regole da rispettare anche per la posizione dei mulini e delle concerie definendo che dovevano stare ad almeno 25 piedi dalle sponde. Specificarono come operare la pulizia, come togliere le piante dagli argini e nel 1444 furono esclusi dalla tassazione ecclesiastici e preti.

 

Fonte Lendinara Estense di Rigobello. In copertina immagine del Ceresolo, ph da Facebook di Ilaria Trambaiolo

Il Ceresolo e la manutenzione degli argini nel Quattrocento ultima modifica: 2019-02-18T07:57:08+01:00 da Sibilla Zambon

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