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La storia del Carnevale e una ricetta tipica

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Tanto e tanto tempo fa è nata una festa nota a tutti come la festa in pazzia: il Carnevale. Il suo nome fa un chiaro riferimento al giorno prima della Quaresima. Nei quaranta giorni che precedono la Pasqua, infatti, consumare carne era proibito! Carnevale significa appunto carne levare, ossia togliere la carne. Nasce come festa pagana, in cui si veneravano le varie divinità e quindi proibita inizialmente dal cristianesimo.

Sapete come fece a diventare parte della storia cristiana pure? Facile, con un banale compromesso. Chi digiunava in Quaresima aveva il permesso di poter partecipare al Carnevale. Diventò una festa popolare più che religiosa in cui la parola d’ordine per eccellenza era gioco. Nota in tutto il mondo, ben presto è diventata un must per molte Nazione: da Rio de Janeiro a Venezia.

Scopriamone di più

Come si chiama l’ultimo giorno del Carnevale? Facile, martedì grasso. E precede ovviamente il mercoledì delle ceneri. Abbuffarsi di ogni dolcetto tipico in questa giornata è consentito. Anzi. Quasi obbligatorio. Dalle frittelle ripiene, a quelle di mele, passando per le classiche mele e uvetta. Dai favetti ai crostoli o ai ravioli di mostarda o cioccolato. Durante il Carnevale è consuetudine mascherarsi, proprio come si faceva in Egitto per festeggiare la dea Iside o ai tempi dei romani durante i Saturnali, in onore del dio Saturno appunto.

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Quest’ultimi fecero nascere anche la tradizione dello scherzo. C’era un vero e proprio rovesciamento di classi sociali. E grazie alle maschere che impedivano alle persone di essere riconosciute, queste si lasciavano andare diventando decisamente sfacciate. La Chiesa non amava questo genere di comportamenti e decise di porre un freno a tutto ciò. Goliardia e bagordi vari vennero limitati e molte maschere continuarono ad esistere solo grazie a rappresentazioni teatrali. Sono di questo periodo alcune delle maschere più amate e note, come: Pulcinella, Colombina e Meneghino. Le altre maschere sono nate nel Seicento.

Ricetta

Vi proponiamo una ricetta pubblicata qualche giorno fa all’interno del gruppo Facebook Rovigo e i Rodigini- ItRovigo.it, che vi consigliamo di seguire se vi interessa scoprire il territorio. Trattasi di castagnole. Ovvero delle frittelle dolci tipiche del Carnevale. La Fonte è la nostra amica Grazia Cominato, che ci segue sempre ed è molto partecipe nel gruppo sopra menzionato. Come pure le foto all’interno di questo articolo.
INGREDIENTI:
370 g di farina,
80 g di zucchero,
3 uova,
60 g di burro fuso,
mezza bustina di lievito per dolci,
buccia grattugiata di 1 limone,
sale,
olio per friggere,
uvette,
zucchero a velo.

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PROCEDIMENTO:
In una terrina lavorate il burro con lo zucchero. Continuando a mescolare aggiungete uno alla volta le uova e tutti gli altri ingredienti, escluso ovviamente lo zucchero a velo. Quindi proseguite ad impastare con le mani e create dei piccoli filoncini da tagliare in piccoli pezzetti. Diciamo più o meno grandi come come una noce. Proseguite facendo delle palline! Friggete in abbondante olio e, grazie all’uso della schiumarola, riponetele su carta assorbente appena avranno ottenuto un colore dorato. Quindi cospargete di zucchero a velo! Facili e buonissime. Parola di Grazia.

Fonti: http://www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/storia_carnevale.htm, https://www.unadonna.it/lifestyle/cultura/il-carnevale-storia-significato-e-origini/89859/, https://www.controcampus.it/2016/02/origini-del-carnevale-significato-e-storia-maschere-di-carnevale/. Foto copertina da pixabay.com.

La storia del Carnevale e una ricetta tipica ultima modifica: 2020-01-08T15:58:41+01:00 da Sibilla Zambon

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