Nobiltà lendinaresi: le guerre di Lodovico Sambonifacio

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CULTURA STORIA

Le guerre di Lodovico Sambonifacio

Sala Da Pranzo Ca Dolfin Foto Fine Anni '60 Da Facebook Lendinara Atene Del Polesine

Il conte Lodovico nasce nel 1380 circa. É figlio del conte Rizzardo e di Alisia De’ Lambertini di Bologna. Il Rizzardo fu podestà di Padova dal 1375 al 1381 e nel 1390. Lodovico ha due fratelli, Margherita e Rizzardo. Egli sposa Beatrice Marocella Della Porta, contessa di Riva, dalla quale avrà due figli, Margulato e Guerra. Istruito fin dalla giovane età all’arte delle armi, divenne un abile condottiero nonché politico di spessore. Il Sambonifacio però, non fu solo questo: egli sarà un difensore e propugnatore delle arti e delle lettere. Per mezzo secolo Lendinara sarà un luogo di incontro di numerosi umanisti.

Ca Dolfin Ph Laura Gasparetto Da Facebook
Cà Dolfin ph Laura Gasparetto da Facebook

Fu sotto le insegne di re e generali e partecipò a numerosi scontri nel contesto delle guerre d’Italia. Si sposerà una seconda volta con Francesca Fogliano. Da questa unione egli avrà nove figli. Con questo secondo matrimonio, passano ai Sambonifacio i feudi di Spinibecco e Villabartolomea. Nel 1415 si ritirerà a vita privata in seguito anche ad una crisi spirituale e si dedicherà alle arti e al mecenatismo. Lodovico muore a Lendinara nel 1463. A Lendinara troviamo attualmente la dimora del Sambonifacio, la cui sistemazione si può attribuire a Almorò Dolfin.

Battaglia di Casalecchio

Nel 1401 emerse la famiglia destinata a dominare la vita politica di Bologna per tutto il XV secolo: i Bentivoglio. Bologna era soggetta alla sovranità del papa ma nel contempo il possesso della città era un obbiettivo fondamentale della famiglia Visconti di Milano; quando si instaurò un equilibro tra gli stati italiani, si verificarono le condizioni per favorire l’affermazione stabile dei Bentivoglio. Nel 1402, a Casalecchio, ci fu la battaglia, vinta dai Visconti sui Bentivoglio, che permise ai milanesi di ottenere la signoria di Bologna. Lodovico accompagnava Francesco III e Giacomo da Carrara contro i Visconti. Durante questo scontro il Sambonifacio viene fatto prigioniero ma riesce a fuggire.

Assedio di Padova

L’assedio di Padova del 1405 segna la fine dell’autonomia patavina e il passaggio della città e del suo territorio sotto il controllo veneziano. Inizialmente fu conquistata la fortezza di Gambarare, porta d’accesso al Padovano, ma avvenne la costruzione di un vallo difensivo per mano dei Carraresi che sbarrò ugualmente il passo ai Veneziani. Il Marchese di Ferrara Niccolò d’Este ne approfittò per rioccupare il Polesine. I Veneziani, guidati da Carlo Zeno, forzarono l’accesso alle terre patavine passando attraverso le paludi che circondavano Piove di Sacco.

Nella notte del 17 novembre, Giovanni di Beltramino, capo di una squadra di guastatori vicentini al servizio della repubblica di Venezia, scalò la torre che sovrastava la porta di Santa Croce. Fu aperta la porta e gli attaccanti poterono dilagare nel borgo. Francesco Novello dovette ritirarsi alla porta di Prato della Valle. I soldati veneziani, accampati al Bassanello, ovvero in prossimità della suddetta porta, attuavano un blocco di tutte le altre porte della città.  Il conte Lodovico fu fatto prigioniero dopo la sortita carrarese di S. Croce. Conquistò le insegne nemiche, ferì e catturò il capitano Paolo Savello. Arrivarono però i rinforzi e perse il prigioniero. Il Novello venne ucciso nel carcere di S. Marco e il Sambonifacio si alleò con Niccolò d’Este.

La guerra di Parma e Reggio

Nel luglio 1403 la vedova e duchessa Caterina Visconti, in qualità di Reggente, e il suo giovane erede Giovanni Maria, nominarono commissario ducale per Reggio e Parma il loro condottiero Ottobuono de Terzi. Egli riconquistò e riportò Reggio sotto le insegne del Visconti. Il 24  giugno 1404 il duca Giovanni Maria Visconti, concesse in proprietà al Terzi la città di Reggio. L’8 settembre dello stesso anno, il duca di Milano stabilì che la città di Parma fosse data in pegno a Ottobuono. Con il consolidamento della sua signoria su Reggio, Piacenza e Parma e con la conquista del marchesato di Borgo San Donnino e l’antica Fidenza, Ottobuono riuscì a conservare il suo dominio fino alla primavera del 1409. Il Sambonifacio, stando a quanto riporta il Carbone, ebbe ogni cura di questa guerra e la portò a termine come “Prefetto” di tutto l’esercito.

Le altre guerre del Sambonifacio

Il Sambonifacio fu anche al fianco di Braccio da Montone, spietato condottiero, che accompagnò nelle battaglie di Lazio, nelle Marche e nel Ducato. Il loro rapporto fu stretto, tanto da chiamrsi fratelli. La fama di Lodovico crebbe ulteriormente e fu riconosciuto come abile capitano e vincitore clemente. Fu al servizio del re di Napoli Ladislao e offrì i suoi servigi anche ai papi Gregorio XII e Giovanni XXIII.

 

Fonte: Lendinara Estense di Bruno Rigobello. In copertina sala da pranzo Cà Dolfin foto fine anni ’60 da Facebook Lendinara Atene Del Polesine.

 

 

 

Le guerre di Lodovico Sambonifacio ultima modifica: 2019-03-25T09:29:15+01:00 da Marco Bardelle

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